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La disinvoltura delle ragazze, quand’è spontanea e naturale, è il migliore stimolo e il più efficace sistema per far cadere i muri dell’insicurezza e dell’inibizione.
Non solo le mini da togliere il fiato, non soltanto scollature che sembrano esplodere, ma lei che si muove in un certo modo, i gesti, le gambe accavallate, la seduta sul muretto.
La mancanza d’imbarazzo, l’audacia nei gesti e nelle parole sono il miglior aiuto per tirar fuori da chiunque passioni sopite e desideri irriverenti.
Se è lì che la vedo, nella piazza del paese, seduta tranquilla in compagnia di amici, se mi avvicino e le parlo e lei mi risponde e si discute di musica e di altro e se le chiedo di bere qualcosa a casa mia e lei mi dice di si, lei è una ragazza disinvolta.
Se sul divano di casa mia accarezza il gatto, facendomi intuire e intravedere quello che altre non lasciano vedere dopo settimane di conoscenza, se si muove sinuosa come il gatto e quando capisce che effetto mi fa, sorride e mi invita a sedermi vicino a lei, è una ragazza disinibita.
Stare vicino ad una ragazza così, nel silenzio di una casa vuota, ma forse sarebbe uguale al bar o al parco, significa sentirsi a proprio agio. Talmente a proprio agio che il corpo reagisce da solo, senza freni e senza problemi.
E se lei non si tira indietro, se a lei piace fare la disinibita e non si trattiene dal toccare e dall’apprezzare, fermarsi non è affatto facile, ma non c’è nemmeno l’idea di provare a fermarsi.
Se lei è così disinibita che appena sente caldo si spoglia, senza nemmeno chiedere e senza nemmeno domandare se anch’io voglio farlo, è facile smettere di pensare cos’è bene e cos’è male, ammesso che ci sia del male.
Se le dico che non ho più voglia di andare di là a prenderle da bere e lei dice che capisce benissimo che praticamente non sono in grado di farlo, e poi sorride. Se lei, che ha caldo ed è nuda, pensa che sia il caso di cominciare a spogliare me, e riesce a farlo benissimo, senza farmi provare imbarazzo, lei è una ragazza disinibita.
Se mi racconta che quando è da sola le piace stare bene e darsi piacere e, se le chiedo come fa, me ne dà una dimostrazione, lei è una ragazza decisamente disinibita.
Se mi vede eccitato a mille e il suo sorriso non cambia, se accucciata sul mio divano trova il tempo per un’altra carezza al gatto che, inopportunamente viene a vedere che succede, e lo fa senza preoccuparsi delle condizioni in cui si trova, lei è una ragazza che, oltre ad essere disinibita, ama pure gli animali.
Se si rende conto di cosa mi procura, quando si muove nuda davanti a me come se fosse sola, ma la cosa non la preoccupa, né le fa cambiare posizione ed atteggiamento, la sua disinvoltura mi conquista, anzi no, mi trascina.
Se le vado vicino e lei mi fa posto. Se non so da dove cominciare perché mi si annebbia la vista e lei mi risolve il problema facendo tutto lei, togliendo tutto quello che è rimasto ad impedire che ogni parte di me sia a sua disposizione, dal gioco con la zip dei jeans, senza preoccuparsi di cosa succede dentro, al lancio di pantaloni e boxer a colpire il televisore, lei è una ragazza che non si perde d’animo.
Se vedendomi completamente nudo dimostra di pensare che può far di me quel che le pare e sembra che la cosa le piaccia, lei non è certo una ragazza inibita..
Se mi fa diventare il suo giocattolo e gioca con ogni parte di me, anche quando provo a saggiare ogni suo angolo più recondito; se non si ferma, nè fa fermare me, che ormai uso tutto per entrarle in ogni parte, lei è una che non inibisce e non ha tabù.
Se il gioco continua senza noia e lei dimostra agilità da atleta; se tutto cresce a dismisura come il desiderio e riesce a dare prima piacere a lei e poi, a seguire, si dedica a me, facendomi completamente dimenticare che esiste l’inibizione, ma portandomi con la sua bocca su nuvole altissime, lei è una ragazza che fa bene quel che le piace.
Se la doccia insieme è il giusto completamento di un pomeriggio sul divano e lei dimostra anche spiccate doti di brava massaggiatrice, e se si asciuga con grande calma e poi mi chiede, finalmente quel “qualcosa da bere”, lei è una gran bella ragazza disinibita.
Quando lentamente si riveste davanti a me e non nella stanza che lo ho messo a disposizione, nonostante io rimanga così, e quando poi mi abbraccia, mi bacia e mi saluta per andar via e lo fa con dolcezza, io, vedendola andare, penso che essere disinibiti serve soltanto a non complicare una vita che già di suo è tanto difficile da vivere.
Penso che un pomeriggio con una ragazza che si definisce disinibita sia solo un pomeriggio con una ragazza naturale, senza finte, senza retorica.